Tutti Frutti N.1
1982 di Red Ronnie
|
Che fine ha fatto Faust'O? Come mai in un periodo in cui
case discografiche e programmi televisivi cominciano a spingere un certo tipo
di artefatti pseudo-elettronici-allucinati, che se poi gratti un poco
ci trovi il gruppo -per - tutta - la - famiglia - nonno - nonna - mamma -
figlia, tipo Matia Bazar. Oppure incappi nel ragazzino-bene, intelligente e
disponibile tipo Garbo. Ma che fine ha fatto Faust'O? In fondo è lui
l'antesignano di un certo modo di fare canzonette miste all'elettronica in
Italia. Questo disco non risponde ai perché, non soddisfa le curiosità
morbose del pettegolezzo. Che sia stato silurato perché vendeva poco lo si
deduce dal fatto che ben raramente le case discografiche non continuano a far
incidere chi fa loro guadagnare. Che Faust'O fosse avanti con i tempi, nel
contesto in cui operava, anche questo è evidente. Che infine dopo alcuni anni
passati nell'industria musicale abbia accumulato una stramaledetta voglia di
farsi i cazzacci suoi, beh questo lo si capisce dall'album in oggetto, e non
bisogna essere degli psicanalisti per intuirlo. Innanzitutto Faust'O era un
cantante. Benissimo, qui di cantato non c'è proprio nulla. Poi l'unica cosa
che non faceva vendere i suoi dischi era la sperimentazione e le sonorità?
Meglio ancora, qui ci mettiamo solo di queste. Ne esce un disco
sperimentale. Abbastanza elettronico, anche se sono presenti alcuni
strumenti, come piano, chitarra, sax e basso. A parte qualche episodio
ritmato, tutto il resto potrebbe essere classificato come "Ambient
Music". C'è un solo brano cantato, anche se la voce è sepolta e mandata
all'incontrario. Nel brano seguente, "The Sound of my walls"
Faust'O sussurra sottovoce una storia in italiano. Questo e uno di quegli
album che se l'avesse fatto Eno tutti si sbrodolerebbero ad incensare questa
nuova svolta nell'ambito della sua Ambient Music. Invece e solo Faust'O e
allora diventa difficile persino reperirlo. Io l'ho avuto dall'Expanded Music
di Bologna, che credo gli dia una mano nella distribuzione. Oppure ecco
l'indirizzo della FG Records: Via P. Da Vimercate. 2 - 20100 Milano. Se hai
amato nel passato Faust'O è logico che oggi ascolti le cose che lui ama fare.
|
FLASH!
|
Ciao 2001, 1982
di A. O.
|
Proprio in Flash! di qualche mese fa si era parlato di
Faust'O; Si era allora all'indomani dello scioglimento del contratto con la
sua casa discografica, lo scioglimento di un contratto che arrivava al
momento giusto dopo una lunga serie di vicende umane e artistiche non sempre
improntate alla più limpida chiarezza reciproca. Oggi ritorniamo a parlare di
questo musicista in occasione di un disco a 33 giri che raccoglie
interessante materiale "di studio" intitolato "Out Now"
stampato in mille copie per la personalissima etichetta F.G. costituita da
Faust'O e dal suo produttore Guido Carota (con qualche inconscia assonanza
per la EG di Eno, Hassell e CO.). "Out Now" è una raccolta musicale
di appunti di viaggio del tutto particolare ed estranea alla discografia
ufficiale di Faust'O (una discografia che conta ufficialmente
"Suicidio", "Poco zucchero" e "J'accuse... amore
mio"). E' un disco immaginato non tanto per la vendita quanto per
soddisfare il desiderio di mettere nero su bianco (come sottolinea anche l'essenziale
grafica di copertina) gli interessi più diversi di questo personaggio. Si
tratta di un sogno quindi, ma anche di uno sfogo e di una poesia sonora
tracciata sul muro con il gusto della provocazione e fuori dalla ferrea
logica di mercato del "vendere a tutti i costi". Con queste
premesse "Out Now" lo si deve ascoltare con l'orecchio attento a
tracciare i progetti sonori futuri, lo si deve ascoltare come una base dal
quale trarre le indicazioni per i prossimi lavori. Composto da lunghi brani,
"Out Now" ricalca la sperimentazione elettronica e
"ambientale" di altri progetti targati 'Eno/Hassel ma con una
maggiore sintesi di linguaggio. Infatti là dove proposte simili tendono a
divenire musica sfuggente e impalpabile, Faust'O dispone invece sbocchi
melodici il più possibile aggressivi giocando con il differente spessore
degli strumentisti che hanno partecipato all'incisione. Non musica d'ambiente
quindi ma un ambiente {e uno spazio) visitato di volta in volta con urgenza e
rabbia, con amore e dolcezza, con solitudine e speranza — sempre comunque con
la curiosità di guardare tra le pieghe del fenomeno sonoro nel momento stesso
dei suo formarsi e senza il confine della forma-canzone che ne limiti le
possibilità. Oltre a questo disco però la strada di Faust'O in questo momento
prevede altri traguardi: il primo è quello di un'attività dal vivo regolare e
continua, il secondo prevede un disco "ufficiale" per riallacciare
i fili (sempre importanti) con il mercato e recuperando la canzone
{soprattutto d'amore) ma con un respiro compositivo e di contenuti che siano
diretta conseguenza della sperimentazione di oggi. Per entrambi gli
obiettivi, gli ingranaggi si stanno muovendo e speriamo che sia davvero
"Out Now", fuori ora.
|
|
OUT NOW
|
CIAO 2001 di
M.I.
|
Negli ultimi mesi ci siamo occupati diverse volte,
attraverso brevi accenni, a quello che abbiamo voluto chiamare il caso
faust'O. Volendo ricapitolarlo, diremo dunque che Faust'O, come hanno
dimostrato ampiamente i suoi tre precedenti LP, è senz'altro uno dei
musicisti italiani più originali e creativi della nostra new-wave. I Decibel,
Garbo, gli stessi Krisma e numerosi altri esponenti della rinascita del rock
italiano lo considerano nascostamente o apertamente come un punto di
riferimento. Mancava infatti in Italia un rock-performer (la definizione di
cantautore non sarebbe infatti applicabile a un personaggio come Faust'O) che
riuscisse a fondere la percezione progressive, futurista, modernista e
mitteleuropea con una sensibilità italiana non intesa nella troppo abusata
formula ristrettiva della " mediterraneità ", ma in una
universalizzazione ormai sprovincializzata del nuovo concetto di
"centralità europea". Ebbene, come spesso accade ai discorsi
anticipatori, i tre album di Faust'O, pur ottenendo la stima e l'attenzione della
critica, hanno trovato diffusione presso un pubblico ristretto e attento, ma
non sono riusciti ad attrarre l'attenzione del grande pubblico (anche per il
fatto, bisogna dire, che Faust'O si è sempre decisamente rifiutato ad ogni
compromesso espressivo). Così la sua etichetta discografica non ha ritenuto
opportuno continuare a seguire il suo lavoro. Ora Faust'O, insieme al
produttore Guido Carota che ha sempre creduto fermamente in lui, hanno
fondato una propria etichetta, e si sono aperti a molte nuove esperienze,
ponendosi come punto di riferimento per tutto il crogiolo di nuove esperienze
che anima il nuovo underground musicale milanese. 11 primo concreto risultato
di questa coraggiosa svolta — finora pressoché unica nelle sperimentate
consuetudini del nostro paese — è questo album, interamente autofinanziato e
autogestito. Come ce lo ha presentato lo stesso autore, si tratta di una
parentesi nella evoluzione del suo lavoro: al contrario del prossimo — già in
avanzato stadio di realizzazione — e dei tre precedenti, infatti, non si
tratta di una collezione di roc'k- songs cantate. Vi figurano invece nove
brani solo strumentali ove Faust'O e i tre musicisti che lo accompagnano
(Amedeo Bianchi al sax, Riccardo Fioravanti al basso e Gianluca Foiani alle
chitarre in un brano] mettono in scena una nuova musica underground, un
'passo avanti verso l'abolizione delle etichette e dei generi. Elemento
comune ai brani è l'intelaiatura ritmica, ottenuta attraverso l'uso esclusivo
di una rhythm machine elettronica. Il tocco spettrale di tale atmosfera viene
rafforzato dalla manipolazione di nastri sotto un profilo cupamente
inquietante. Così in «20-12-81- Orange» o nella arcana e modernista « Grey -
Sand and wave », contrassegnata da uno sfondo misterioso di chitarre
elettriche e da un sax in puro stile free. Se «Amedeos » resuscita in maniera
nuova echi inferiori e ripetitivi che ci ricordano un Terry Riley
"urbano", il piano impressionista di «Distant kotos» e il piano
free jazz della lunga «The game of the sunset» ricreano desolate atmosfere
post-atomiche. Ancora colpiscono il sound barbaro e apocalittico di «A cup of
tea», tra ritmi meccanici e folclore asiatico elettronicamente ricreato, e le
misteriose dissonanze alle Eno di «The sound of my walls», con la traduzione
italiana, recitata sottovoce, di una poesia di Dylan Thomas. Un album che
certo la vecchia etichetta di Faust'O non avrebbe mai accettato di produrre
poiché, come certi capolavori di Frank Zappa, privo di "potenziale
commerciale". Una esposizione generosa di pura creatività (lo stesso
Faust'O suona piano, chitarre e manipola nastri, rhythm-machine), che
anticipa il nuovo album di canzoni rock che da Faust'O tra poco tempo ci
aspettiamo.
|
|
FAUST'O IN
CONCERTO
|
Di Enzo Gentile
|
Work in
progress
____________________________________________________________________________ Out now sito ufficiale |
Faust'o
lunedì 29 ottobre 2012
1982 Out Now
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.