Faust'o

Faust'o

lunedì 29 ottobre 2012

1982 Out Now


OUT NOW
Tutti Frutti N.1 1982 di Red Ronnie
Che fine ha fatto Faust'O? Come mai in un periodo in cui case discografiche e programmi televisivi cominciano a spingere un certo tipo di artefatti  pseudo-elettronici-allucinati, che se poi gratti un poco ci trovi il gruppo -per - tutta - la - famiglia - nonno - nonna - mamma - figlia, tipo Matia Bazar. Oppure incappi nel ragazzino-bene, intelligente e disponibile tipo Garbo. Ma che fine ha fatto Faust'O? In fondo è lui l'antesignano di un certo modo di fare canzonette miste all'elettronica in Italia. Questo disco non risponde ai perché, non soddisfa le curiosità morbose del pettegolezzo. Che sia stato silurato perché vendeva poco lo si deduce dal fatto che ben raramente le case discografiche non continuano a far incidere chi fa loro guadagnare. Che Faust'O fosse avanti con i tempi, nel contesto in cui operava, anche questo è evidente. Che infine dopo alcuni anni passati nell'industria musicale abbia accumulato una stramaledetta voglia di farsi i cazzacci suoi, beh questo lo si capisce dall'album in oggetto, e non bisogna essere degli psicanalisti per intuirlo. Innanzitutto Faust'O era un cantante. Benissimo, qui di cantato non c'è proprio nulla. Poi l'unica cosa che non faceva vendere i suoi dischi era la sperimentazione e le sonorità?  Meglio ancora, qui ci mettiamo solo di queste. Ne esce un disco sperimentale. Abbastanza elettronico, anche se sono presenti alcuni strumenti, come piano, chitarra, sax e basso. A parte qualche episodio ritmato, tutto il resto potrebbe essere classificato come "Ambient Music". C'è un solo brano cantato, anche se la voce è sepolta e mandata all'incontrario. Nel brano seguente, "The Sound of my walls" Faust'O sussurra sottovoce una storia in italiano. Questo e uno di quegli album che se l'avesse fatto Eno tutti si sbrodolerebbero ad incensare questa nuova svolta nell'ambito della sua Ambient Music. Invece e solo Faust'O e allora diventa difficile persino reperirlo. Io l'ho avuto dall'Expanded Music di Bologna, che credo gli dia una mano nella distribuzione. Oppure ecco l'indirizzo della FG Records: Via P. Da Vimercate. 2 - 20100 Milano. Se hai amato nel passato Faust'O è logico che oggi ascolti le cose che lui ama fare.

FLASH!
Ciao 2001, 1982 di A. O.
Proprio in Flash! di qualche mese fa si era parlato di Faust'O; Si era allora all'indomani dello scioglimento del contratto con la sua casa discografica, lo scioglimento di un contratto che arrivava al momento giusto dopo una lunga serie di vicende umane e artistiche non sempre improntate alla più limpida chiarezza reciproca. Oggi ritorniamo a parlare di questo musicista in occasione di un disco a 33 giri che raccoglie interessante materiale "di studio" intitolato "Out Now" stampato in mille copie per la personalissima etichetta F.G. costituita da Faust'O e dal suo produttore Guido Carota (con qualche inconscia assonanza per la EG di Eno, Hassell e CO.). "Out Now" è una raccolta musicale di appunti di viaggio del tutto particolare ed estranea alla discografia ufficiale di Faust'O (una discografia che conta ufficialmente "Suicidio", "Poco zucchero" e "J'accuse... amore mio"). E' un disco immaginato non tanto per la vendita quanto per soddisfare il desiderio di mettere nero su bianco (come sottolinea anche l'essenziale grafica di copertina) gli interessi più diversi di questo personaggio. Si tratta di un sogno quindi, ma anche di uno sfogo e di una poesia sonora tracciata sul muro con il gusto della provocazione e fuori dalla ferrea logica di mercato del "vendere a tutti i costi". Con queste premesse "Out Now" lo si deve ascoltare con l'orecchio attento a tracciare i progetti sonori futuri, lo si deve ascoltare come una base dal quale trarre le indicazioni per i prossimi lavori. Composto da lunghi brani, "Out Now" ricalca la sperimentazione elettronica e "ambientale" di altri progetti targati 'Eno/Hassel ma con una maggiore sintesi di linguaggio. Infatti là dove proposte simili tendono a divenire musica sfuggente e impalpabile, Faust'O dispone invece sbocchi melodici il più possibile aggressivi giocando con il differente spessore degli strumentisti che hanno partecipato all'incisione. Non musica d'ambiente quindi ma un ambiente {e uno spazio) visitato di volta in volta con urgenza e rabbia, con amore e dolcezza, con solitudine e speranza — sempre comunque con la curiosità di guardare tra le pieghe del fenomeno sonoro nel momento stesso dei suo formarsi e senza il confine della forma-canzone che ne limiti le possibilità. Oltre a questo disco però la strada di Faust'O in questo momento prevede altri traguardi: il primo è quello di un'attività dal vivo regolare e continua, il secondo prevede un disco "ufficiale" per riallacciare i fili (sempre importanti) con il mercato e recuperando la canzone {soprattutto d'amore) ma con un respiro compositivo e di contenuti che siano diretta conseguenza della sperimentazione di oggi. Per entrambi gli obiettivi, gli ingranaggi si stanno muovendo e speriamo che sia davvero "Out Now", fuori ora.

OUT NOW
CIAO 2001 di M.I.
Negli ultimi mesi ci siamo occupati diverse volte, attraverso brevi accenni, a quello che abbiamo voluto chiamare il caso faust'O. Volendo ricapitolarlo, diremo dunque che Faust'O, come hanno dimostrato ampiamente i suoi tre precedenti LP, è senz'altro uno dei musicisti italiani più originali e creativi della nostra new-wave. I Decibel, Garbo, gli stessi Krisma e numerosi altri esponenti della rinascita del rock italiano lo considerano nascostamente o apertamente come un punto di riferimento. Mancava infatti in Italia un rock-performer (la definizione di cantautore non sarebbe infatti applicabile a un personaggio come Faust'O) che riuscisse a fondere la percezione progressive, futurista, modernista e mitteleuropea con una sensibilità italiana non intesa nella troppo abusata formula ristrettiva della " mediterraneità ", ma in una universalizzazione ormai sprovincializzata del nuovo concetto di "centralità europea". Ebbene, come spesso accade ai discorsi anticipatori, i tre album di Faust'O, pur ottenendo la stima e l'attenzione della critica, hanno trovato diffusione presso un pubblico ristretto e attento, ma non sono riusciti ad attrarre l'attenzione del grande pubblico (anche per il fatto, bisogna dire, che Faust'O si è sempre decisamente rifiutato ad ogni compromesso espressivo). Così la sua etichetta discografica non ha ritenuto opportuno continuare a seguire il suo lavoro. Ora Faust'O, insieme al produttore Guido Carota che ha sempre creduto fermamente in lui, hanno fondato una propria etichetta, e si sono aperti a molte nuove esperienze, ponendosi come punto di riferimento per tutto il crogiolo di nuove esperienze che anima il nuovo underground musicale milanese. 11 primo concreto risultato di questa coraggiosa svolta — finora pressoché unica nelle sperimentate consuetudini del nostro paese — è questo album, interamente autofinanziato e autogestito. Come ce lo ha presentato lo stesso autore, si tratta di una parentesi nella evoluzione del suo lavoro: al contrario del prossimo — già in avanzato stadio di realizzazione — e dei tre precedenti, infatti, non si tratta di una collezione di roc'k- songs cantate. Vi figurano invece nove brani solo strumentali ove Faust'O e i tre musicisti che lo accompagnano (Amedeo Bianchi al sax, Riccardo Fioravanti al basso e Gianluca Foiani alle chitarre in un brano] mettono in scena una nuova musica underground, un 'passo avanti verso l'abolizione delle etichette e dei generi. Elemento comune ai brani è l'intelaiatura ritmica, ottenuta attraverso l'uso esclusivo di una rhythm machine elettronica. Il tocco spettrale di tale atmosfera viene rafforzato dalla manipolazione di nastri sotto un profilo cupamente inquietante. Così in «20-12-81- Orange» o nella arcana e modernista « Grey - Sand and wave », contrassegnata da uno sfondo misterioso di chitarre elettriche e da un sax in puro stile free. Se «Amedeos » resuscita in maniera nuova echi inferiori e ripetitivi che ci ricordano un Terry Riley "urbano", il piano impressionista di «Distant kotos» e il piano free jazz della lunga «The game of the sunset»  ricreano desolate atmosfere post-atomiche. Ancora colpiscono il sound barbaro e apocalittico di «A cup of tea», tra ritmi meccanici e folclore asiatico elettronicamente ricreato, e le misteriose dissonanze alle Eno di «The sound of my walls», con la traduzione italiana, recitata sottovoce, di una poesia di Dylan Thomas. Un album che certo la vecchia etichetta di Faust'O non avrebbe mai accettato di produrre poiché, come certi capolavori di Frank Zappa, privo di "potenziale commerciale". Una esposizione generosa di pura creatività (lo stesso Faust'O suona piano, chitarre e manipola nastri, rhythm-machine), che anticipa il nuovo album di canzoni rock che da Faust'O tra poco tempo ci aspettiamo.

FAUST'O IN CONCERTO
Di Enzo Gentile
Work in progress

















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Out now

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