Faust'o

Faust'o

sabato 27 ottobre 2012

1981



RICCARDO  SECCHI   INTERVISTA FAUSTO Eureka, Luglio 1981
Fausto, anagrafe Fausto Rossi, di ventisette anni, compositore ed esecutore di musica progressiva. Ha inciso Tré Album di successo limitato/orse perché si stacca in modo abbastanza netto dai canoni tipici della canzone italiana. Studioso di musica e ricercatore di nuove sonorità Faust'o è particolarmente attento agli sviluppi musicali della musica-rock concretatisi soprattutto in Inghilterra in questi ultimi anni. Non posa e fuma parecchio, quasi una sigaretta dopo l'altra.

Con che criterio componi? Hai delle illuminazioni improvvise oppure ti programmi?
Ma, io non ho un metodo preciso, l'unica cosa sulla quale cerco di fare chiarezza e comunque c'è un impegno abbastanza lucido è il momento in cui preparo tutta la linea di quello che sarà il disco, quindi a livello teorico naturalmente cosa mi interessa come più o meno dovranno essere i suoni, come dovranno essere i testi, dopo di che che prima arrivino i testi o prima la musica non cambia anche solitamente arrivano prima i testi, poi diciamo che ho un mio metodo per lavorare nel senso che io uso dei testi già fatti, ho un amico che scrive dischi, e mi servo di questi perché ha una metrica abbastanza precisa abbastanza regolare e le musico dopodiché metto altri testi.

Che tipo di preparazione musicale hai avuto?
Ho fatto degli studi abbastanza tradizionali.
Incominciamo col tuo primo disco "Suicidio".
Preferirei non parlare di questo disco. Non mi va assolutamente. È una cosa che ho cercato di dimenticare.

Il pezzo o la musica?
No, tutto quel disco!

Perché?
Così, era un periodo bruttissimo, periodo di confusione, anche se cercassi di ricordarlo farei fatica.
Forse perché il disco era piuttosto "slegato" nei contenuti?
Abbastanza disorganico, sì, be' fai conto che ci sono cinque sette anni di canzoncine fatte in periodi diversi, poi io sono entrato in sala in quel momento completamente sprovveduto. Non avevo idea di cosa dovevo fare ne di quello che volevo fare, con della gente che non aveva assolutamente interesse a lavorare su certe cose.

Mi avevi detto che tra un anno quando ti scadrà il contratto vorresti autogestirti. Ti aspetti ancora di poter sfondare qui in Italia?
Su questo che poggia tutto il mio discorso, quali sono i punti di arrivo, quali dovrebbero essere i punti di arrivo e quali sono le ambizioni di una persona, mi interessa realmente avere successo, mi interessa realmente vendere tanti dischi, la risposta è no a questo punto, non credo, io sono piuttosto intelligente e credo che avrei potuto fare altre cose e comunque guadagnarmi tranquillamente un posto anche se non tra i più forti, senz'altro un bei posto nella musica italiana, nella canzone italiana, è che soltanto tutto è venuto a marcire piano piano, non dico che la mia libertà non abbia prezzo, più o meno tutto ha un prezzo ma comunque altissimo, e non penso che la Cgd possa avere così tanti soldi da potermi fermare l'anno prossimo, io comunque qui che faccia ancora un disco o che non ne faccia non ci sarò mai più assolutamente! Ne qui ne probabilmente in nessuna casa discografica perché non mi interessa. Ho scoperto di essere veramente interessato alla musica e questo mi rende quasi invulnerabile, perché potrei fare benissimo qualsiasi altra cosa, potrei benissimo lavorare in qualsiasi altro posto tranquillamente e interessarmi alla musica, non ho problemi di successo, non sento più rivalità con nessuno, odio queste strutture non mi interessano più assolutamente, oltretutto dico che avremmo bisogno di fisici, di matematici, di elettricisti, ingegneri invece che di stupidi cantanti che usano la musica come mezzo per realizzare un modulo di vita da vitelloni, in un'altra società queste persone non avrebbero ragione di esistere.

Certo che le canzoni che vendono sono alquanto differenti dalla musica che fai tu!
Ci sono degli esempi tra l'altro illustri che si possono permettere questo perché hanno avuto una serie di situazioni, una serie di coincidenze per cui sono arrivati a essere molto popolari e tutto questo permette loro di fare delle cose estremamente interessanti, comunque estremamente interessanti per loro. Qui in Italia credo che non sia assolutamente possibile, voglio dire anche se Tozzi avesse un briciolo di intelligenza che senz'altro non ha, anche se l'avesse e tentasse di modificare la sua produzione visto che ormai ha raggiunto un grosso livello di popolarità non sarebbe più seguito, è talmente basso il tetto massimo di vendite qui in Italia che non si permette di cambiare strada, se lui vende tot dischi e dovesse cambiare ne venderebbe pochissimi e non c'è un pubblico e comunque probabilmente è un tipo di mentalità, voglio dire che il fatto di vendere ventimila o trentamila dischi ti permetterebbe benissimo di startene tranquillo e di vivere benissimo lo stesso, non benissimo ma bene comunque però la maggior parte della gente, se vede una sola possibilità di guadagno ulteriore, anche a costo di perdere quella che è la loro dignità non ci pensa due volte, Tozzi è un caso per esempio, però secondo me è molto meglio farsi le cose da soli se veramente interessa la musica.

Ma è tecnicamente e commercialmente possibile gestirsi da soli?

Beh, al massimo si può usare una casa discografica per i servizi che ti può dare, quindi la distribuzione se proprio dovesse essere necessario questo, ma io non ne posso veramente più di sentirmi dire: "il tal giorno devi fare Discoring"! Per quale ragione al mondo dovrei fare Discoring? Per quale ragione al mondo dovrei fare un'intervista con degli idioti? Non ha senso.

Faust'o sei abbastanza alternativo?

Ma sì, diciamo che questa gente è comunque prevenuta, questo di fatto per via di questo panorama che esiste in Italia per la musica che esiste qui, quindi già sono prevenuti perla musica di un italiano in più c'è il fatto che io mi presto a dei compromessi inevitabilmente, voglio dire che fino adesso per fare uscire un disco ho dovuto osservare anche certe regole, e comunque se i miei dischi non fossero piaciuti anche di qua non sarebbero usciti, e per piacere di qua devono essere in un certo modo. Credo quasi sicuramente che dal prossimo disco i testi saranno quasi completamente in inglese ed è una mia necessità, non c'è nessun'altra ragione, una mia necessità di continuare a fare musica con una lingua che non è assolutamente adatta, l'italiano, per una musica di questo tipo è una lingua da handicappati, non va assolutamente bene ed è inutile continuare a menarcela e dire si può fare con l'italiano, creare una situazione nostra, non è assolutamente vero l'italiano non si può usare in nessun caso.

Quando sei entrato in Cgd, pensavi di avere il numero di dischi venduti che hai adesso, pensavi di più o meno, cioè nella tua testa cosa pensavi, ritenevi che avresti potuto avere un successo maggiore?

Io direi che sono stato sempre piuttosto lucido in questo, ma anche perché probabilmente prima di fare dischi seguivo le cose da vicino, gente che già lavorava nell'ambiente, per cui sapevo che con questo tipo di musica non sarebbe stato facile vendere un numero di dischi sufficiente a continuare bene. Questo senz'altro, diciamo che probabilmente allora avevo altre idee per la testa, chissà che cazzo di idee avevo! Non so, probabilmente mi interessava avere successo, mi interessava fare delle cose, però c'è sempre stata questa incongruenza, il fatto di volere una certa cosa ma di non lavorare per quella, di fatto un tipo di musica che sapevo avrebbe avuto pochissime possibilità di riuscita e nonostante questo però mi interessava un certo traguardo e adesso non più, non ho nessun traguardo di questo tipo, assolutamente credo di essere ancora giovane per poter dedicare un bel pò di anni allo studio senza tanti problemi.
Studio come ricerca in campo musicale, un riconoscimento più qualitativo?

Sì, ma io sono dispostissimo a uscirmene fuori da tutta la scena, non mi interessa, io davvero ho scoperto che la musica è un grossissimo interesse per me e questo mi rende quasi invulnerabile, il fatto di poter lavorare su un certo tipo di materiale su certe cose mi rende tranquillissimo senza nessuna smania di traguardi strani, tutto sommato ti dico qualsiasi persona faccia questo lavoro qui in Italia comunque senz'altro ha come traguardo di vendere il maggior numero di dischi, del resto così lavorano le case discografiche, nessuno si prefigge un massimo di un numero piccolo di cose, nessuna casa discografica lavora sul "bene organizziamoci per vendere 30.000 copie", tutti lavorano sulla quantità, più cose si fanno meglio è, vediamo quanto vendiamo, più vendiamo meglio è!

Come giudichi questo?
È un lavoro abbastanza brutto e abbastanza disonorevole per chi fa queste cose perché ti porta a presentarti a un certo tipo di trasmissione e il fatto che io non le faccia mi rende ancor più indesiderabile, il fatto di essere poco disponibile, c'è un sacco di gente che non mi parla ha abbastanza paura di parlarmi, a propormi le cose per il timore di sentirsi mandare a fa' n culo, io devo fare delle litigate tremende qui dentro per evitare l'evitabile comunque, non riesco a evitare "Discoring" perché io come contratto dovrei fare qualsiasi cosa loro mi propongano! Incredibile! Quindi ci son certe cose che riesco a evitare con ragioni inventate magari e altre che sono inevitabili.

Quali sono state le proposte meno simpatiche che ti han fatto?
Com'è che si attua il condizionamento? I discografici ascoltano delle proposte e dicono questo ci piace, questo non ci piace?
Mah, non è proprio così, diciamo che tu fai il prodotto completo, dopodiché loro lo sentono e se ritengono che sulla carta è abbastanza vendibile, comunque proponibile si stampa e si cerca di venderlo, se ritengono che non lo sia il disco non esce. Per questo, da una parte c'è la prevenzione da parte di questa gente, dall'altra parte c'è un fatto che dicono che alla fine si senta che ci sia un prestarsi anche a questa gente anche se tutto sommato comunque è senz'altro una specie di alternativa al resto della musica che circola in Italia, di questo ne sono convinto però non abbastanza forse per spezzare questa catena di diffidenza e infatti
non ce l'ho assolutamente con questa gente, credo che tutto sommato facciano bene a essere rigidi, d'altronde lo sono anch'io, non vedo perché non dovrebbero esserlo loro.

Una volta libero dagli impegni con la tua casa pensi di realizzarti completamente?
Dovrei probabilmente. Probabilmente riuscirò l'anno prossimo, dall'anno prossimo riuscirò a fare quello che più o meno voglio, che più o meno mi interessa! Senz'altro sarà durissima perché autogestirsi non è facile perché bisogna tirar fuori dei soldi in prima persona, perché bisogna esporsi in prima persona, però a me sta bene così. C'è tutta una serie di trasmissioni che vediamo nelle TV private che secondo me sono ignobili: da Play-boy di mezzanotte di Telealto Milanese  a Grappeggia Show.
A queste cose non puoi assolutamente prestarti, non esiste! Io credo di aver fatto in quattro anni qualcosa come due televisioni private. A questo andazzo tipo "Discoring" che va bene, è abbastanza difficile potersi negare, non è molto facile, proprio perché anche loro se per le altre anche possono vedere che sono stazioni molto squallide in questi casi invece dicono "no. è promozionale, devi farla". Difatti è promozionale perche "Discoring" lo guardano un sacco di persone.

A "Crazy Bus" ti sei prestato però!
Sì, "Crazy Bus" è stata una cosa che ho fatto abbastanza volentieri, perché era una cosa, era una situazione tranquilla. Abbiamo registrato i pezzi in sala d'incisione e mi stava bene, tutto sommato non è che non voglia fare trasmissioni per partito preso, è che di fatto novecentonovantanove trasmissioni su mille sono ignobili e questo appunto mi rende lebbroso. Ormai faccio una fatica per comunicare qui dentro, non è più possibile e comunque sono contento di questa mia severità che salta fuori se mi da dignità. Sì ho pensato di riacquistare tutta la dignità persa e di riacquistarla tutta.

Vuoi parlarmi un attimo della tematica del suicidio che c'è sia nel tuo prossimo album che in "Piccole anime" in particolare?
Non saprei veramente cosa dirti! probabilmente avevo previsto questo, sono presentimenti quelli, di dire le cose non andranno bene comunque, e arrivare al punto di adesso e dire basta, e invece no, perché in "Piccole anime" io ho scritto quasi tutti i testi del disco. Alcuni sono insieme a un mio amico. Lui mi passava
una bozza di cose sulle quali lavoravo, erano tutte cose sul filo dell'inconscio e non mi sono praticamente accorto di quello che scrivevo, erano tutte visioni, cose di questo tipo e comunque sensazioni della durata di due secondi, non saprei spiegarti i testi assolutamente.

A me sembra che nell'ultimo album "J'accuse amore mio" specialmente nei testi emerge una certa lucidità!
L'unica cosa che avevo chiara in testa era questo filo di tensione è su quello che si è sviluppato il tutto, su questa tensione che si impone, sulla paura, tutta una serie di sensazioni abbastanza negative, però per me è davvero difficilissimo parlare dei testi, probabilmente che so potrei parlarne tra cinque anni, potrò parlare ma anche adesso solo "Poco zucchero" che è di solo due anni e mezzo fa è ancora un mistero per me.

Ti piace stare con la gente?
Sì, ma non mi fa neanche piacere di averne tanti intorno.

Non ti senti diverso per essere un artista?
No, anzi, io ho questa coscienza di essere in questo momento meno di altri. C'è gente che produce in qualche modo, io no, sto facendo assolutamente un cazzo, questo è gravissimo! Io ho parecchi sensi di colpa, io faccio un disco all'anno, otto canzoni o dieci che siano, mi sembra un po' poco, veramente pochino.

Col tuo lavoro pensi di riuscire a portare qualche valido messaggio costruttivo?
In futuro cercherò di fare qualcosa di meglio, ma in questo momento non credo di essere di grosso aiuto per la società, assolutamente. La mia posizione è abbastanza negativa, probabilmente ci sono delle situazioni molto più negative della mia. Quantomeno io cerco di smuovere qualcosa mi sforzo per questo però non è abbastanza, non è assolutamente abbastanza, non so, sono abbastanza difficili da spiegare queste cose, queste sensazioni.

C'è un pubblico ideale che potresti amare?
No, in pratica non esiste un pubblico ideale perché la divisione della musica porta così. Il pubblico ideale sarebbe quello della sala di concerto, ma probabilmente questo tipo di pubblico è talmente schizzinoso e sofisticato che non sopporta un altro tipo di musica ma solo certe cose, d'altro canto il pubblico che segue questa musica è probabilmente troppo ingenuo e in pratica non esiste un pubblico vero con cui verificarti poi ti dico già a me non interessa tantissimo la produzione dal vivo, probabilmente per un altro tipo di musica è importante, essenziale, e poi ti dico il fatto che vengano i gruppi quia suonare a me sta benissimo, sono contento che questo succeda però a me non va di farlo. Tra l'altro infatti non vado quasi mai ai concerti e vado magari al 2001 perché è un'altra situazione e poi anche uno sta lì ad ascoltare.

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