Faust'o

Faust'o

martedì 23 ottobre 2012

1978 Suicidio



CHI HA VISTO  FAUSTO CON LE SCARPE GIALLE?
Fausto di anni 23 già dimorante a Cesario Maderno in Via Giordano Bruno ove esercitava la macelleria Moncalvese, è andato via da casa dalla sua matrigna Maria il 25 febbraio u.s., Vestiva di chiaro con calzoncini corti, berrettino rossastro, camicia sport rosa, scarpe gialle alte. Chi  avesse  notizie dello scomparso è pregato di tenersele per sé, in modo da permetterci di   annunciare ancora  la sua scomparsa.
Ciao 2001, 2 aprile 1978
pagina pubblicitaria su Ciao 2001 del 1978...per fortuna hanno scelto una altra foto per la copertina.

Marco Cingolani
Già dal nome dell'autore e dalla foto di copertina avevo fiutato che il disco poteva essere una sorpresa ma dopo averlo ascoltato mi sono convinto che il mio avvenire sono i tartufi. Lui si chiama Faust'o, ha 24 anni, vive a Milano, ascolta soprattutto: Sparks, Roxi Music, Bowie ed Eno. Il disco mi piace, la musica non è ne violenta ne rilassata, ne dolce ne veloce, insomma diciamo che è Rock (decadente?). In molti brani a farla da padrone non è tanto la chitarra di Alberto Radius, ma un meraviglioso pianoforte, cosa decisamente nuova nel panorama italiano. I testi sono violenti, ma intellettuali, pervasi da una vena ironica, li trovo decisamente belli. Ma soprattutto mi piace come canta, come interpreta le sue parole, dicono che sia un modo decadente (?). Comunque il disco è un po' frammentario, i brani sono abbastanza staccati un dall'altro, ma come prima opera è tutt'altro che male.

Guerin sportivo N.18, Maggio 1978
La pubblicità si sa è l'anima del commercio. E mai come oggi la musica è né più né meno che un affare commerciale. Ogni personaggio ha un suo stile di pubblicità ed il successo di gran parte di loro dipende dal  tipo di pubblicità. Per Fausto questo strano cantante nuovissimo, la CGD ha escogitato un nuovo tipo di pubblicità: è uscita su alcuni giornali specializzati la sua foto con l'annuncio che questo Fausto era scappato e che comunque chi lo trovasse, non lo consegnasse. Dato che lo scopo della casa milanese era quello di attirare l'attenzione e la curiosità su questo nuovo personaggio, non si può certo dire che non sia riuscita. Io per prima, appena avuto il disco in mano, non vedevo l'ora di metterlo sul piatto per sentire di cosa si trattava.Non e facile, soprattutto per uno che comincia adesso, essere avvicinato o paragonato a personaggi già famosi, ma questa volta non si può farne a meno. Dire che Faust'o è la versione italiana di David Bowie sarebbe un po' azzardato, ma certo è stato influenzato non poco soprattutto  dall'ultimo Bowie, quello di "Heroes": per certe musiche, certi suoni,il modo di cantare, anche se Fausto è per ovvie ragioni molto più dolce. Pianista compositore e cantante, Faust'o è l'autore dei testi e delle musiche di tutti i pezzi contenuti in questo interessante LP per realizzare il quale è stato affiancato da ottimi musicisti quali Alberto Radius che suona la chitarra e ha curato tutta l'incisione ed i missaggi,  Stefano Cerri al basso, Mauro Spina e Lorenzo Pergolato alla batteria, Franco Graniero alle tastiere. L'LP come dicevo prima, è abbastanza interessante soprattutto per la diversa dimensione del rapporto musica-testo, per certi suoni abbastanza originali, per lo stile molto personale.  Da parte sua Fausto si dimostra qui un buon cantante, ricco di grinta e fantasia, e soprattutto un buon compositore, molto maturo nonostante questa sia la sua prima realizzazione.

VIOLENZA A TRENTATRE GIRI Amica N.21 maggio 1978
Un disco violento, di un ragazzo violento, che dichiara apertamente di voler essere tale. Frutto dell'ambiente in cui vive, quello della grande violenta Milano o segno dei tempi? O ancora influenza derivata da gruppi che i giovani ascoltano con particolare interesse: Sparks, Roxi Music, Bowie, Eno ecc. ecc.? Forse tutte le cose insieme. Fatto sta che Fausto riesce a creare con l'uso di strumenti tradizionali come batteria, piano, chitarra elettrica e basso, atmosfere intese a denunciare le condizioni umane in cui versano migliaia e migliaia di giovani oggi. Sempre con un incredibile, personalissimo stile, però. Con un impegno artistico preciso e continuo che non concede nulla alle motivazioni commerciali. Basterà a questo proposito ascoltare i brani incisi in questo Lp (CGD 20041) come Suicidio (che gli da il titolo) o II mio sesso o ancora Benvenuti fra rifiuti.

Ciao 2001 1978
Rivelatosi la scorsa primavera con l'album Suicidio (supercensurato dalla Rai e dalla stampa più codina) Faust'o è la più moderna speranza del pop italiano. Il suo è un suono elettrico e violento, malato di estetismo; i testi sono scabrosi e sofferti, nonché deliziosamente transessuali. Questo singolo raccoglie due tra le cose migliori dell'LP.

Riccardo Barberi, Brescia-Oggi 15 agosto 1978
Sembra proprio che i problemi legati al sesso possano diventare la chiave per comprendere e analizzare la nostra epoca. A provarlo sta anche questo prodotto totalmente italiano e scioccamente etichettato come punk. Si chiama "Faust'o, proprio con l'apostrofo prima della O. Non è un vero cantautore, ma sicuramente un abile esecutore dei propri testi. Tutto sesso, tutta perversione, giocato un po' anche sull'ambiguità, il disco si chiama "Suicidio" (ancora Sesso e Morte?). L'ispirazione e ancora europea: e il cabaret, la storia dell'Angelo Azzurro. E i modelli sono David Bowie e altri finti nobili carichi di lustrini. A parte alcune grosse ingenuità nel testo, il prodotto è più che interessante. Senza andare a citare grandi nomi come Demetrio Stratos degli Area, o Lucio Dalla, Faust'O è insieme a Renato Zero e Ivan Graziani uno dei pochi cantautori italiani ad aver pensato alla voce come importante, indispensabile strumento musicale. Non sono migliori di altri, ma sicuramente più "bravi". E oramai abbiamo bisogno anche di questo.

Massimo Poggini, Ciao 2001, 27 agosto 78
Intervista con Faust’o personaggio nuovissimo di una Milano intransigente e dura.  Arrivato al successo con “Suicidio” suo primo disco. Faust’o è già pronto a realizzare un secondo lavoro. « Sono nato a Milano ed ho vissuto sempre a Milano. Se i miei testi e la mia musica sono violenti è perché io sono violento; vivo a Milano e non posso fare a meno di esserlo... ». Con questa "frustata" si apre la scheda biografica di Faust'O personaggio dell'area milanese rivelatesi recentemente con un album ("Suicidio") che, pur nella sua imperfezione, si può senz'altro considerare un "buon prodotto". Perciò abbiamo deciso di incontrarlo per conoscerlo meglio...

CIAO 2001: Ti definisci "violento", ma rifiuti l'etichetta di "punk".
FAUST'O; Solitamente siete sempre voi ad appiccicare etichette. Comunque, per semplificare dico che a me piace un certo tipo dì rock. quindi se mi si vuole classificare bisogna etichettarmi come musicista rock.

2001: Ma per "violenza", cosa intendi?
F: Chiaramente non sono un picchiatore. Diciamo che sono violento a livello psicologico, e che questo si riflette nella mia musica.

2001: Sul tuo personaggio persistono alcuni equivoci, vediamo di chiarirli: come ti poni di fronte al fenomeno punk?
F: Mah, i Rolling Stones, gli Who e tanti altri erano i tipici ragazzi di strada e denunciavano un certo stato di cose. Oggi sta ripetendosi la stessa cosa. soltanto che adesso il punk viene reclamizzato, strumentalizzato... I punks del '68 erano tutta un'altra cosa, non si limitavano a dire puttana alla regina... Quindi quello attuale è un fenomeno che non mi interessa più di tanto.

2001: Dici di essere stato influenzato da Sparks, Roxi Music, Bowie, Eno. In concreto cosa hai preso da loro?
F: Per la verità non so cosa ho preso. Cioè, a me piacciono. Poi chiaramente può venir fuori qualcosa che non è tangibile a livello di ritornello, a livello di testi. Sono influenze che poi magari sono state distinte anche attraverso la mia personalità, il mio modo di vivere.

2001: Riferendoti ai gruppi poc'anzi citati, dici: "Quello che mi affascina in loro ,è la ricerca estetica". Ecco, cosa intendi per ricerca estetica?
F: Ti faccio un esempio: tu fai un accordo e cerchi di proseguire in modo bello... Non so come si può dire di più a parole, però deve essere bello dopo, deve essere piacevole, ma mai scontato.

2001 : Tu vivi a Milano. Nei confronti di questa città hai un rapporto di odio, un rapporto di amore, un rapporto di odio-amore? Insomma, per te, per ciò che fai, Milano cosa rappresenta?
F.: E' il posto in cui vivo. C'è gente che se ne va, va in India, a Londra, in Sudamerica, ma questo non mi interessa assolutamente. Voglio dire, vivo a Milano e non vedo in quale altro, posto del mondo potrei essere diverso.

2001 : Qual è il mondo da cui provieni?
F.: Diciamo che ho estrazioni medio-borghesi...   Non   sono mai riuscito a capire se questo mi ha creato delle difficoltà o mi ha facilitato. Non sono mai riuscito ad analizzarmi così a pieno. Comunque non penso di avere avuto grosse difficoltà. Non ti parlo solo del fattore economico, ma anche a livello psicologico sono stato molto bene, a parte un grosso esaurimento nervoso.
2001: Con "Suicidio" stai ottenendo un successo, sul piano commerciale che è certamente superiore alla media delle cosiddette "opere prime". Te lo aspettavi o è stata una sorpresa?
F: Sì, un po' me lo aspettavo, anche perché pensavo di fare un certo tipo di musica che potesse essere abbastanza nuova per l'Italia. O almeno attuale, più che nuova...  

2001 : Immagino che ci sarà qualche brano a cui sei più legato di altri...
F.: Mah, è difficile dirlo, anche perché il primo LP per ognuno è il risvolto di esperienze vissute nell'arco di almeno un ventennio, io per esempio, ho 24 anni, e sono 24 anni messi in quel disco. Infatti riascoltandolo risulta abbastanza disorganico e incompleto per certe cose... Pezzi a cui sono legato particolarmente, comunque, sono "Godi". "Bastardi" e "C'è un posto caldo".

2001: Per i testi, a cosa ti sei rifatto?
F: E' sempre difficile parlare dei testi che tu fai. Comunque sono flash che ho e situazioni che vedo. E che magari non vivo in prima persona, non vivo a livello fisico, ma a livello mentale, e che poi trascrivo.

2001: Dai tuoi testi traspare una denuncia dell'emarginazione abbastanza precisa... Vorrei sapere se ti interessa un impegno politico, diciamo così "militante", oppure se ti basta la denuncia in vinilite?
F : Secondo me è già abbastanza importante vivere tutte le contraddizioni anche in casa, tutti i giorni, ogni, minuto. L'importante è non farsi sfuggire niente, non lasciar niente inosservato... Cioè, non trovo importante andare in piazza. E' giustissimo e mi sta bene che ci sia gente che lo fa, però io non ci vado. E' una scelta precisa.

2001: Ognuno ha un suo modo di realizzarsi musicalmente. Tu come vivi questo momento creativo? Cioè, in altre parole, qual è il tuo modo di lavorare?
F: Come dicevo le canzoni contenute in "Suicidio" sono nate in diversi periodi, molti staccati l'uno dall'altro, e si sente. Comunque non ho assolutamente un metodo preciso di lavoro, però mi riproponga di avere un certo tipo di metodo per costruire le canzoni, ma non deve essere niente di schematico.

2001: Alcuni musicisti si chiudono in se stessi e cercano di evitare fisicamente il pubblico, e dicono di rispettarlo cosi... Tu cosa intendi per rispetto verso il pubblico: offrire un buon prodotto, dare il meglio di te stesso, o cosa?
F: Dare il meglio di se stesso, ma rimane sempre un prodotto idiota. Il punto è dare qualcosa che sia prima di tutto attuale, moderno. Per moderno intendo presente, di oggi, neanche di ieri...

2001: Il tuo è un discorso rivolto a un determinato tipo di pubblico?
F: Chi lo sa! Mi interessa il pubblico a cui interesso io. Voglio, dire, non me ne intendo assolutamente di mass-media. quindi non so a chi potrebbe interessare ciò che faccio.

2001: Progetti immediati?
F.: C'è una tournée a ottobre che vorrei continuare fino a metà gennaio. Poi probabilmente entrerò in sala d'incisione per il nuovo album.

2001: Sul piano musicale, quali sono i tuoi programmi?
F.: Il nuovo lavoro sarà senz'altro più completo. I testi, probabilmente, saranno meno espliciti, un po' più sintetici. Globalmente sarà un perfezionamento di "Suicidio".

Ciao 2001, 4 giugno 1978
Chi sia Fausto, e quale sia il suo indirizzo musicale, ce lo spiega lui stesso, in una sorta di autorecensione: «Sono nato a Milano. Se i miei testi sono violenti è perché io sono violento: vivo a Milano e non posso fare a meno di esserlo. Penso che il  mio modo di fare musica sia stato probabilmente influenzato dai musicisti rock che ascolto: Sparks, Roxy Music, Eno, David Bowie. Quello che affascina in loro o la ricerca estetica”. Estetica e    violenza    sono   dunque i due poli che sorreggono i nove brani di  questo   suo     primo  album.   Inoltre - egli si premura di prevenire le critiche maligne annunciando lui stesso le sue fonti di ispirazione. Da David Bowie, Faust’o ha ricopiato soprattutto la nozione di rock sofisticato e intellettuale; dagli Sparks la maniera « decadente » di cantare; da Eno e dai Roxy Music, l'impasto musicale tra estetica e violenza: cioè una sintesi di atmosfere acustiche-elettroniche,filtrate dall’impatto martellato del rock. Ma se le cose stanno così ed è lui stesso il primo a parlarne cosa resta di originale in Faust’o?
Direi che il maggior interesse dell’album e nel personaggio risiede nella capacità autonoma di sintetizzare l’esperienze della scuola del rock, intellettuale estetico e decadente. Cioè il risultato finale non è la semplice somma delle varie componenti ispirative, ma una totalità bene amalgamata, tutto sommato abbastanza personale e caratteristica. Di italiano, beninteso resta ben poco, (e quella maggiore differenza con altri cantori dell’ambiguità quali Ivan Cattaneo, Alfredo Cohen e l’ormai commercializzato Renato Zero) resta: il linguaggio in cui sono scritto i testi, testi molto forti, cattivi ma intellettuali, pervasi di sofisticata ironia: a proposito dell’emarginazione intellettuale, sessuale, socialmetropolitana. Per ora altro non si può dire tranne segnalare e registrare la novità. Tra i brani, tutti fortemente caratterizzati, si distinguono “Suicidio” e “Eccolo qua”, “Bastardi” “Il mio sesso”, “Piccolo Lord” e “Benvenuti tra i rifiuti”. La produzione è di Alberto Radius che riscopre con intelligenza la sua primitiva vena rock assicurando tutte le parti di chitarra.

E' ARRIVATO IL ROCK DECADENTE  «MADE IN ITALY» di M.L. Fegiz
Corriere della sera 6.6.78
E non è niente male. Sincero, vagamente jettatorio con ammiccamenti ossianici, superando il vittimismo del «diverso» alla Renato Zero per un'affermazione aggressiva dell'«io» che nella perversione cerca un rifugio all'infelicità e alla solitudine. Efficaci gli arrangiamenti curati dallo stesso Fausto con Alberto Radius per la produzione di Oscar Avogadro. Fra i brani più riusciti «Suicidio», «II mio sesso" e soprattutto «Benvenuti fra i rifiuti» che ricorda certe atmosfere cariche di cupa tensione della «Cattedrale» di Giovanni Testori. 

Corriere informazione 1978
Ventitré anni, poco conosciuto dal grande pubblico proprio per il genere di musica, non orecchiabile, che propone. La dimensione di Faust'o è decisamente nuova in Italia: un rock abbastanza spinto, disperato, duro, angosciante.

Come hai iniziato questo lavoro, perché l'hai scelto?
«Ho iniziato per caso, in un periodo di confusione e di una certa disperazione dopo anni che ho passato completamente solo. L'ho scelto perché mi avrebbe dato la possibilità di guadagnare e mi sarei potuto dedicare alle cose che mi interessano, teatro letteratura arti figurative».

Ma a che cosa vuoi arrivare con le tue canzoni, i tuoi testi, il tuo personaggio?
«Si tende sempre a dare delle soluzioni, dei "comunicati" per quanto riguarda la musica e specialmente nello scrivere i testi, si fanno più comizi che canzoni.  E' solo un modo sorpassato per affrontare questo mestiere, perché metti la gente in una situazione completamente passiva.
«Io voglio dare delle immagini che non sono di tutti ma esclusivamente mie: che gli altri se le vivano! il mio consiglio è vivetevi».

C'è qualche cosa in cui credi, che è importante per tè?
«Non me ne frega niente di niente e di nessuno, solo del mio lavoro. Potrebbe morire chiunque in questo momento, non ne soffrirei minimamente.

Ma hai degli affetti, non sei mai innamorato?
«Io non riesco ad innamorarmi di nessuna persona per un lungo periodo. Riesco ad amare delle persone finché riesco ad utilizzarle; infatti finché mi servono ce la faccio, dopo non le sopporto più, odio perdere tempo e vivo per il mio lavoro».

Mi fissa intensamente negli occhi: ma è lontanissimo.
UN ARRABBIATO NELL'IMMONDIZIA DI MILANO
Enzo Gentile, La Repubblica 24 maggio 1978
Negli ultimi anni in Italia non sono comparsi personaggi del mondo musicale dotati di una grossa personalità da mettere in mostra da un palcoscenico o da un disco: Faust'o, 25enne, prova a candidarsi per coprire questa lacuna sciorinando un corredo di idee discreto, da prendere in considerazione per la prospettiva insolita, sgraziata e «diversa» che questo cantautore esordiente gli fornisce.Canta: «Benvenuti tra i rifiuti, non vi cacceremo via, qui non c'è la polizia, il potere siamo noi...»).  Sicuramente c'è immaturità di fondo, un'incapacità di reggere tutte le fila di un discorso difficile, l'impossibilità di un'autogestione corretta, la compressione di una politica discografica lacunosa.  (Parlandogli si ha però l'occasione di intuirne la stoffa, di prevederne una continuità significativa.

Faust'o, dove inizia la sua storia di musicista?
«Ufficialmente, ho cominciato con studi classici e alcuni anni trascorsi sul pianoforte; devo dire però che la mia vena artistica esplode con l'idillio per il rock anglo-americano.A 14 anni componevo i miei primi pezzi, sulla scia dei Rolling Stones, in lingua inglese, perché proprio non riuscivo a organizzare in italiano una materia sonora così precisa nella sua genesi estera».

 Nei giorni scorsi è stato pubblicato il suo primo disco Suicidio. Crede che un'operazione di carattere commerciale possa danneggiare il messaggio che le interessa di più?
«Questa è stata un'esperienza molto importante per me, a cui sono arrivato quasi per caso, tramite amici. Adesso temo che immergendomi in un mondo che non mi appartiene possa cambiare la qualità della mia vita, dei miei comportamenti, che la mia rabbia sfumi. Per ora amo aggredire con suoni e parole il pubblico.
 Al termine dello spettacolo questa violenza si riversa contro di me, risulto del tutto scaricato.Le canzoni nascono dalle mie esigenze».

Nella sua proposta c'è traccia di alcuni modelli, forse riconoscibili anche nel movimento punk.
«Accetto in parte questa etichetta, i punk dei primordi di dieci anni fa, erano la risposta degli emarginati urbani al capitalismo: il mio rock cattivo e inacidito per un'esistenza .passata a Milano trova riscontro in quella contrapposizione generazionale e nella ricerca perfezionistica di musicisti come Bowie e Roxy Music»



Sospinto dall'Ascolto di Caterina Caselli, benchè scoperto ed etichettato dalla casa madre CGD, questo Fausto Rossi di Cologno Monzese è stato presentato con metodi di promozione all'americana, tali ad metterne in dubbio le doti e di farlo supporre con fiuto tipicamente italiano, prodotto e costruito in laboratorio. Siamo quasi sicuri che non è così, nonostante l'appellativo di Alter Renato Zero subito affiorato. La prima cosa che ci ha colpito è stata la bellezza di questa voce sicura e profonda, matura e versatile, rockistica come pochissime da noi. Ed è l'idea del rock , così com'è oggi, dopo anni di evoluzione che balza dai solchi di Suicidio il suo unico LP.
Non per niente la produzione ed i lancinanti interventi chitarristici sono firmati da Alberto Radius. La lezione decadentistica dandy inglese è acquisita e traspare continuamente ad aggiungere acqua sulle tinte tempera di un inizio quasi punkeggiante. I testi sono all'insegna dell'ambiguità, della diversità di un mondo di rifiuti dell'emarginazione più deleteria e ci riversano contro con rabbia primordiale da tempo covata il marciume ed il suicidio, il disordine ed il vomito che configurano una situazione psicologica e vissuta di amore/odio verso il proprio stato, di odio/amore, verso quello della maggioranza più silenziosa. Lavoro dalle forti pennellate prive di sbavature e scarabocchi, punta con fermezza alla meta del colpo proibito sotto la cintura ed abbatte con spietatezza anche chiunque voglia intervenire a pacificare l'inavvicinabile. Ma, per dirla alla Mingardi, "non tutti siam perfetti, ciascuno abbiamo i suoi difetti" ed anche qui qualcosa cigola, l'intonaco fa trasparire crepe, speriamo che il prossimo album ci dica di un maquillage atto ad abbellire una Gloria Guida e non a restaurare una cadente Francesca Bertini

FAUSTO NUOVO E SHOCKANTE I miei dischi 1978
La musica leggera italiana ha bisogno di nuovi personaggi, anche se all'inizio può sembrare difficile l'inserimento presso un pubblico tradizionale e piuttosto abituato come il nostro. Questo Fausto ha tutte, le carte in regola per riuscire a venir fuori, pur con la violenza dei suoi testi e certi atteggiamenti provocatori. Un Renato Zero senza troppi fronzoli insomma da ascoltare con attenzione e interesse.

UN NUOVO AUTORE E CANTANTE ALLA RIBALTA  Lancio Story 26 giugno 78
Si firma Faust'o, quasi un richiamo ai temi «maledetti» delle sue canzoni. Questo «Suicidio» è il suo primo LP: composizioni aggressive, tormentate, ossessive; testi di una sincerità (almeno apparente) sofferta, in una chiara e ambigua anormalità. Tra i brani più significativi, citerei «C'è un posto caldo», "Piccolo lord» e «II mio sesso».



 Nuovo Sound, Maggio 1978
Personaggio singolarissimo che qualcuno ha già voluto paragonare a  Renato Zero.  Fare questo accostamento può avere validità soltanto sotto un profilo estetico dal momento che esiste una certa somiglianza fisica; per il resto il tema dell'ambiguità è affrontato in Faust'o con tono ed accenti ben più drammatici. Tutto l'album  sadomasticamente esasperato, brani come Godi, Bastardi, Il mio sesso, Benvenuti tra i rifiuti si muovono in questa strana commistione di rabbia e dolore. il Rock completa l'opera. Non si tratta ne della poesia di un Cohen ne del “divertissement” di un Cattaneo: qui il marcio e il maleodorante si toccano con mano. Figura promettente, attendiamo fiduciosi.


ROCK (IN) ITALIANO 100 ALBUM FONDAMENTALI  mucchio extra n.8 2003
Titolare di una produzione discogra­fica non molto estesa, ma che pure in tempi relativamente recenti
 (ad esempio con L'erba, del 1995) ha saputo distinguersi per originalità e coraggio,
 il milanese (d'adozione) Fausto Rossi ha avviato la sua carrie­ra con questo particolarissimo al­bum 
dove rielaborava in chiave ita­liana schemi musicali cari a certo rock "moderno" dell'epoca 
(dal Da­vid Bowie berlinese ai Roxy Music fi­no agli Ultravox! di John Foxx, 
dei quali ultimi è anche proposta una "libera interpretazione" di My Sex),
con tutto il relativo corredo di liriche ambigue, scomode e intrise di deca­denza e disagio, 
cantate in modo camaleontico e con piglio quasi tea­trale. 
Frutto di una collaborazione con Alberto Radius, Suicidio è lo svi­luppo magari un po' ingenuo
 - ma senza dubbio di notevole spessore estetico e contenutistico - 
di un ap­proccio atipico e intrigante al rock e al ruolo di rockstar: 
lo stesso che, con qualche piccolo aggiustamento di tiro,
 troverà espressione almeno altrettanto efficace nei successivi
 Po­co zucchero e J'accuse... amore mio e che qui è esaltato da brani estrosi e incisivi quali
 Suicidio, Godi, Eccolo qua o Benvenuti tra i rifiuti.


Le guide di rumore
Quando all'epoca si parlava di "padri del punk" ci si riferiva sostanzialmente a tre figure: David Bowie, Lou Reed ed Iggy Pop. Il milanese Fausto Rossi, che molti conoscono come Faust'o, era (concedetemi la descrizione un po' superficiale) una strana, depressa combinazione fra i primi due. Sintetico e futurista come il Bowie fine anni settanta, oltraggioso e cupo come il Lou Reed di Trasformer, con qualche retaggio cantautorale ed una generosa dose di pessimismo ad amalgamare il tutto. Il nostro poeta maledetto esordì con un LP intitolato Suicidio, e questo dice quasi tutto. Punk nei toni e nel modo di porsi, più che nella musica, Faust'o non accettò mai compromessi e dopo una buona produzione iniziale (oltre a Suicidio qualche altro LP all'altezza ed il singolo Hotel Plaza, intriso di umori Roxy Music) si trovò sbarrate le porte dei media e dell'industria discografica nazionale.
L'atteggiamento di chiusura nei suoi confronti si è stemperato solo negli ultimi anni, e il signor Fausto Rossi è tornato a pubblicare dischi che parlano di solitudine, incomunicabilità, malattie e nevrosi.
Così, come se 25 anni passati dall'uscita di Suicidio non fossero mai trascorsi...

Rolling Stones, Agosto 2007
Nei suoi momenti migliori questo album ha l'atmosfera del rock decadente degli anni 70, Lou Reed o i Queen in una giornata senza più droga. E' intimista e cabarettistico, ma molto operistico allo stesso tempo, o perlomeno pieno di dramma. Le canzoni intrecciano insieme differenti movimenti melodici in delle piccole suite, cerebrali ed artistiche, ma non sempre soddisfacenti. Quando lo faceva Freddie Mercury aveva almeno melodie trascinanti da mescolarvi. Ma qui c'è a malapena un'intuizione graffiante, il pianoforte e il basso conducono la musica, mentre la voce tende verso un grido sovreccitato anche nei momenti di tranquillità. Eppure qualcosa dell'album (come l'agghiacciante Bastardi, e la successiva, Benvenuti tra i rifiuti) è difficile da dimenticare.


 Le fotografie delle prove per il tour 1978 scattate nel teatro della CGD son state gentilmente concesse da Loui Viviers . Bassista del primo gruppo di Faust'O: gli Aton Rà. Completavano il gruppo Arcangelo Lettini alle chitarre e Lorenzo Pergolato alla batteria. I tre partecipano alla registrazione dei brani: Bastardi, Il Mio Sesso, C'è Un Posto Caldo.


( 25-10-2012 Lorenzo parla di quei giorni...)
quello che si è stato nn è descrivibile ora,si può capire l'evoluzione di se stessi ma nn si può tornare indietro cercando di descrivere nn il momento ma le emozioni,le sensazioni....possibilmente tutto ciò che abbiamo vissuto n

oi musicisti con fausto,è stato certamente il momento entusiasmante per tutti,fausto aveva iniziato a creare realmente il suo personaggio descrivendosi in musica e con la musica.il poeta che cerca se stesso descrivendone le proprie certezze sulla carta e che riesce ad abbinarle in musica, per me è un grande equilibrista...nn è facile avere la panoramica di se stessi coniugandola in note ed armonie,in ritmiche ecc.ecc. quello che mancava era solo esperienza,che però oggi positivamente riscontro in alcune interviste ed esibizioni di fausto.è cresciuto interiormente e questo è già un grande passo x un essere umano,visto che gran parte del popolo rimane a guardare rodendosi il fegato senza far nulla in merito x la propria personalità interiore...cioè riconoscere se stessi...visitare costantemente la propria realtà e cercando la coerenza per poter consolidare ciò che la vita ti ha dato...ti stà dando....ma nn che ti darà....ora è ciò che sei, ora ti farà essere domani.forse il rimpianto è ciò che ci fà reagire,ma è proprio qui che la forza ti deve indicare l'obbiettività del momento...gli errori sono quei momenti che teoricamente ti dovrebbero far crescere e constato che fausto abbia visitato intensamente se stesso e che sia in costante controversia con questa realtà così perversa che noi vedevamo già in quei tempi e che si sarebbe realizzata se nn reagivamo nei modi e nei pensieri ,come appunto fausto cercava di fare....ma mancavano i calli al culo a tutti noi e mancava la forza di reagire contro un sistema che ha fatto soccombere tutti facendoci credere che tutto era logico e consecutivamente positivo.Purtroppo con fausto,proprio x le controversie degli eventi,nn ci si vede,ma credo che nei suoi testi ci sia tanta amarezza e tanta verità,perchè chi assaggia amarezza nn si prende x il culo....cerca la verità...e questo è già il passo necessario x una saggezza che lui in molti testi riesce a descrivere,poi l'abbinamento musicale è un grande scalino che molte volte nn si riesce a superare...perchè??perchè x una grande realizzazione artistica occorrono tanti soldi....questi ti permettono di concentrarti ed arrivare a studiarti fino in fondo al cuore....purtroppo....purtroppo…infondo radius ha cercato di migliorare il prodotto,del resto x quanto questo sia discutibile,lui in quel preciso momento aveva esperienza e calli al culo…poi il business è business!!!!!!
 un abbraccio al mio amico fausto rossi....faust'o
-Lorenzo Pergolato-)


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