Faust'o

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sabato 10 novembre 2012

1985 Love Story



Comunicato stampa Target
Nel 1978 Faust'O per primo indica la strada per una canzone italiana rinnovata e capace di evolvere in direzione della qualità e della ricerca nello stesso tempo.
Da “Suicidio” (78) e “Poco Zucchero” (79) a “J'accuse...Amore Mio” (80) e Faust'O (83), passando per l'inevitabile “Out Now” (82), in uno stile personale e mai prevedibile, Faust'O ha saputo coniugare le forme rivedute della canzone “anni 70” con tecniche proprie della musica elettronica contemporanea, in modo sempre consapevole e puntuale.
E puntualmente questo nuovo disco, “Love Story”, si pone di diritto come polo di riferimento per un nuovo corso della canzone elettronica, che tende ad annullare definitivamente l'attuale frattura tra musica d'ascolto e musica di consumo.
Proprio la consapevolezza estrema e la ricerca tra i modi dell'espressione musicale più immediata hanno prodotto un lavoro che, pur agendo in direzione di una sintesi, fa di questa un semplice punto di partenza.
L'aspetto primitivo dei brani di “Love Story” è proprio il segno della volontà di ridefinire, anziché proseguire, una tradizione musicale, aprendosi alla possibilità di sviluppi diversi. Se in questo materiale apparentemente scarno sono evidenti le forme distintive della musica leggera dei nostri giorni, dall'altra parte sicuramente più numerose sono le soluzioni che tendono ad abbattere i muri in ogni direzione, dall'assenza della modulazione tonale al progressivo dissolversi della struttura-canzone sostenuta dal prevedibile alternarsi di strofa e ritornello, all'esclusione di qualsiasi barocchismo strumentale e vocale.
La musica di “Love Story” dunque, non rivolge la propria attenzione alla possibilità del raccontare, ma alla possibilità delle forme, nella misura del loro procedere. E proprio forma e misura, modificando modi e condizioni, danno il senso dei mutamenti.
Love story recensione
Non ha mai amato le vie facili.
Dal 1978 provoca, rischia, accusa.
L'approdo è questo "Love Story", realizzato con mezzi scarni ma ricco di suggestioni.
Sono 6 brani.
Da citare: " Exhibition of love", "The Heat", "Clouds Over Thin Paper".


Ciao 2001 di M.I. 1986
È con enorme piacere che salutiamo il ritorno su vinile, dopo oltre due anni di assenza, di uno dei solitari maestri dell'attuale musica italiana più evoluta e modernista per forma e contenuto. Cinque album dall'esordio del 1978 al "Faust'O" dell'83; cinque gioielli rimasti ingiustamente sconosciuti al grosso pubblico: nei quali però era stata già scritta gran parte dei percorsi e degli itinerari sonori seguiti in seguito dalle menti più brillanti del moderno pop italiano, da Enrico Ruggeri a Garbo, per non citare che i primi nomi che ci vengono in mente. Come parecchi autentici iniziatori (vedi in Inghilterra Brian Eno), Faust'O è molto schivo e solitario, e certo ha dovuto soffrire di questa voluta carenza di auto-promozione pubblicitaria.
Anche questo nuovo album, come tutti i precedenti, si pone all'avanguardia della ricerca e della novità perseguita con radicale intelligenza. Prodotto da Angelo Carrara, con un organico ridotto all'osso (basso, batteria e tapes), Faust'O, nel corso di sei brani lunghi e densi percorre itinerari inesplorati (un solo lontano antecedente: il misterioso e sotterraneo LP "Outside The Dream Syndicate", di Tony Conrad con i Faust). Sei veri oratori underground: incatenati in una struttura eminentemente circolare, l'uno vale l'altro. Un ritmo ossessivo, al tempo stesso ipnotico e tribale; una voce miracolosamente sepolcrale e assente, solenne e mono-tonica come una misteriosa eco di sapore gotico-medievale. Una rock music disincantata e ascetica, dove i confini tra musica d'ascolto e musica di consumo si sgretolano e tendono a confondersi.


UN MANTRA INFINITO
Come un Mantra una nenia infinita Love Story capitò nel freddissimo inverno 1985/86 quasi a voler stravolgere definitivamente i canoni classici dell'italica canzone. In questi tempi sanremesi è cosa giusta ricordarlo e editare tutti i testi per quello che potevano valere. Come ebbe modo di dire lo stesso FAUST'O (tratto dal libro I NOSTRI CANTAUTORI di Baldazzi, Clarotti, Rocco)
"E' una maniera per tirare le fila del discorso, per fare piazza pulita, proponendo una esasperazione della canzonetta realizzata denunciandone la ripetitività. Nelle "canzoni"di LOVE STORY ci sono un basso e una batteria, una voce e una linea melodica, che si ripetono e tornano ciclicamente su se stesse.
I testi non vogliono dire nulla di importante, sono lì solo in funzione sonora e melodica.
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